Il racconto di un pazzesco concerto “al buio” a quota 1.850 metri: l’artista a sorpresa del primo Mistery Concert in Italia è Manu Chao
King of the bongo
Partire in ritardo, normale. Fare in macchina un toto-nome su chi sarà il cantante/gruppo a salire sul palco, un po’ meno. Il bello di questo primo MYSTERY CONCERT, però, sta per la maggior parte in questa attesa spasmodica di conoscere su quali note saranno trascorse un paio d’ore a quota 1.850 metri. Uno degli altri aspetti affascinanti di questo evento organizzato dal No Border Music Festival, questa volta certo, è invece la location: Monte Canin, rifugio Gilberti, al confine tra Italia, Austria e Slovenia, immersi nella natura.
Salita in funivia (ma solo perché eravamo in ritardo, giuro!). Arrivo a destinazione alle 13 con un’ora da riempire prima dell’inizio del concerto. Entrano qui in gioco la lasagna portata da casa (terronata, sì…) e vino + birre per riscaldare l’atmosfera già adrenalinica.
Poi, puntualissimo, alle 14 scorgiamo una figura vestita di rosso salire sul palchetto allestito dalla mitica organizzazione. Qualche secondo di perplessità mista a incredulità. Poi applausi scroscianti. E un “Buongiorno Canin” che sa di conferma: MANU CHAO è l’artista misterioso!
La prima parte di concerto ce la godiamo dall’alto, osservando a pieno palco, panorama, e gran parte dei quasi 5.000 che hanno risposto presente all’appello, colpiti dal sound inconfondibile del francese cittadino del mondo, che sviscera il suo repertorio ammaliando tutti i presenti.
Per la seconda parte, col salire del ritmo, ci spostiamo esattamente sotto il palco, a una manciata di centimetri da Manu Chao e da un altro fenomeno, Luciano Falico, chitarrista argentino che col suo ukulele accompagna le oltre due ore di festa. Avete letto bene. 130 minuti di pura energia, no stop, prima degli abbracci e delle foto concessi ai fan. C’è anche spazio per una piccola “invasione di campo” di una tifosa sfegatata, che si chiude con un abbraccio e tanti baci all’artista: uno strappo alla regola e alla sicurezza che però fa capire perfettamente il tipo di clima che si respira in circostanze del genere. Amicizia, felicità, libertà.
Il concerto rappresenta, dati alla mano, l’unica tappa italiana ed europea (!) degli ultimi 2 anni di questo fenomenale artista, che nel Bel Paese mancava da quasi 3 anni. Dai testi dei Manonegra, passando per Clandestino, La vida es una tombola, fino ad arrivare a Me gustas tu. Il minimo comune denominatore: la voglia di scatenarsi e di lasciarsi invadere dalla bellezza della natura avvolti da musica allo stato puro.
Il primo Mistery Concert in Italia (è successo mai altrove?). Beh, io c’ero. E ragazzi: che immensa figata! Abbiamo creduto in un’idea folle, e la ricompensa è stata magica.
Perché tuffarsi in qualcosa di non certo, buttarsi in una scommessa completamente a caso, a volte, sa regalarti emozioni destinate a durare a lungo…
Nota a margine n.1. Per scendere il gruppo si è diviso: chi in funivia, chi a piedi per il sentiero più lungo (il sottoscritto). Una scelta fatta soltanto da una manciata di persone presenti all’evento. Ma due ore e venti di camminata tra rocce e bosco che hanno aggiunto ulteriore spettacolo a una giornata indimenticabile.
Nota a margine n.2. Tra i nomi del nostro indovina chi erano saltati fuori: Skunk Anansie, Ben Harper, Lenny Kravitz e tanti altri. Ma, riflettendoci, non è forse José Manuel Arturo Tomás Chao Ortega la figura perfetta per prestarsi a un evento simile, in cui nessuno era a conoscenza del nome misterioso? Manu Chao è l’artista a sorpresa del primo Mystery Concert in Italia e non poteva essere altrimenti.